Acquacoltura Giovane
«Se nell’acquacoltura ci sono sempre più storie di giovani che decidono di dedicarsi all’allevamento ittico, significa che rispondiamo alla loro ambizione di sostenibilità». Basterebbero queste poche parole di Pier Antonio Salvador, presidente di API – Associazione Piscicoltori Italiani per descrivere l’orizzonte che il settore ha di fronte.
Da un lato, un necessario cambio generazionale che va agevolato con percorsi di formazione adeguati; dall’altro, il tema dell’impatto socio-economico e ambientale della zootecnia. Nel mezzo la necessità di lasciarsi alle spalle un’immagine superficiale dell’acquacoltura e farle acquisire il ruolo centrale che merita nella filiera degli approvvigionamenti alimentari. Da Roma a Bruxelles, dall’UE alla FAO «il nostro obiettivo è quello di trasmettere il nostro know how e la nostra esperienza per un futuro alimentare più equilibrato e attento al Pianeta», aggiunge Salvador.
Per questo vi siete fatti promotori della Certificazione di Acquacoltura Sostenibile?
Sì. Diversamente dalle altre certificazioni simili, di carattere privato, questa vanta l’appoggio del Ministero dell’Agricoltura (MASAF). Un’Istituzione che garantisce il rispetto di regole di produzioni condivise e riconosce l’approccio biologico della nostra attività. Si tratta di un’agevolazione per il produttore, che così non deve fare la raccolta di attestati, e una maggiore tutela per il consumatore, che potrà riconoscere facilmente un prodotto di qualità. Per raggiungere più persone possibili, in collaborazione con la Camera di Commercio, stiamo promuovendo la certificazione anche nell’HoReCa.
Un aiuto per chi acquista, che spesso rischia di perdersi fra etichette, indicazioni di provenienza e simili.
Spesso dico che “chi va a fare la spesa, non va in libreria”. Tutti vogliamo un consumatore/acquirente più informato, ma spesso non lo mettiamo nelle condizioni giuste. Anche capire la zona di pesca FAO, per esempio, a volte risulta complicato per un professionista, figuriamoci per un cliente comune. Avere un marchio riconoscibile, alla cui spalle si sa che c’è un’istituzione come il Masaf, rende tutto più semplice.
Soprattutto in un mercato molto competitivo come quello italiano.
Diciamo subito che l’acquacoltura nel mondo ha già superato i livelli della pesca nella produzione ittica. Nel bacino del Mediterraneo, per esempio, l’allevamento fornisce il 75% della produzione ittica totale. Numeri cresciuti in linea con l’aumento della popolazione in corso e la necessità di avere accesso a risorse sostenibili. Tanto che nel nostro Paese siamo costretti a importare l’80% dei prodotti ittici consumati. La partita si gioca qui: che valore ha il 20% rimanente in cui rientra l’acquacoltura? Considerato il livello di severità degli standard italiani, la differenza si vede. Anche nel piatto: oltre alla qualità e la sicurezza sanitaria, il pesce allevato rappresenta una proposta democratica al consumo di risorsa ittica in un momento di inflazione dei prezzi al consumo.
Che possibilità di entrata ci sono per i giovani?
C’è ancora troppa difficoltà nell’avviare un’attività. La legge, checché se ne dica, non agevola il giovane imprenditore. Servirebbe invece una fast line per accedere a fondi europei specifici. Come associazione ci siamo posti l’obiettivo di far capire ai legislatori quanto ce ne sia bisogno. In questo modo, si faciliterebbe il ricambio generazionale e si promuoverebbe l’innovazione. Un maggiore ponte con il mondo dell’università, per esempio, potrebbe portare all’erogazione di tirocini pratici, sul campo post-laurea. Questo genererebbe anche un virtuoso incontro fra domanda e offerta di personale evitando che il settore pubblico finisca per fagocitare i migliori profili.
Proprio in questa ottica, nell’ambito del Piano Nazionale Triennale Pesca ed Acquacoltura del MASAF, nella annualità 2023 API dedica una parte della sua attività promozionale alla valorizzazione dell’Acquacoltura Giovane, raccontando la quotidianità dei nostri ragazzi e delle nostre ragazze. L’Acquacoltura Giovane rappresenta il futuro del nostro paese, è una realtà dinamica e stimolate fatta da giovani che oggi in Italia si occupano dell’allevamento, della ristorazione, della ricerca scientifica, dell’alimentazione sana a 360 gradi: il tutto con una particolare attenzione all’ambiente e alla sostenibilità. La nostra missione, il nostro dovere è fare di tutto a tutti i livelli per facilitare ai nostri figli l’accesso a questa professione per poter allineare il comparto nazionale agli attuali trend di crescita che registrano altri paesi a livello mondiale.
Foto Copertina @GFCM/Intissare Aamri