Storione
Acipenseridi
Storione di Acquacoltura Sostenibile
Descrizione
Lo Storione, o meglio, gli storioni sono una famiglia di pesci, gli Acipenseridi, a cui appartengono 25 specie di quattro generi: il genere Huso a cui appartiene l’Huso huso o beluga e l’Huso dauricus o kaluga; il genere Acipenser a cui appartengono 17 specie; il genere Scaphirhynchus con tre specie e il genere Pseudoscaphirhynchus con tre specie. I pesci spatola appartengono alla famiglia dei Polyodontidi e non sono considerati storioni, in particolare per quanto riguarda il caviale (Codex Alimentarius). Vi appartengono due specie, una delle quali definitivamente estinta.
Tutte le specie di Storione sono caratterizzate da un corpo slanciato a sezione pentagonale con cinque file di scudi ossei disposti longitudinalmente lungo il corpo, una coda eterocerca, cioè con il lobo superiore più lungo dell’inferiore, una bocca tubiforme protrattile infera e quattro barbigli davanti ad essa. Tranne parte della testa e gli scudi sono pesci cartilaginei e non hanno lische. Alcune specie di Storione sono piccole e non superano i 30 cm, mentre altre potevano superare gli 8 m e pesare oltre 1600 kg.
Hanno conservato caratteristiche antichissime, essendo comparsi circa 250 Ml di anni fa, sopravvivendo ai dinosauri ma non all’uomo, che in meno di un secolo, grazie alla pesca indiscriminata, agli sbarramenti e all’inquinamento, li ha ridotti ad essere il gruppo di specie a maggior rischio fra tutte quelle a rischio di estinzione, con una specie definitivamente estinta e molte estinte o quasi in alcuni dei loro areali naturali (IUCN, 2023).
In Italia
In Europa erano presenti otto specie di storione e in Italia tre: l’Acipenser sturio, l’A, naccarii e l’Huso huso. Delle tre è ancora presente solo l’A. naccari o cobice o storione dell’Adriatico, grazie soprattutto ai ripopolamenti fatti nei trent’anni trascorsi, e ad alcuni ancora in corso.
In Italia gli storioni hanno una storia millenaria, a partire dai tempi di Archestrato di Gela (-330 a.C.) e di Plauto (254-184 a.C.) e sono stati poi citati poi da molti altri latini, e tenuti in gran considerazione da cuochi del Medio Evo, come Martino da Como (1430-) che per primo diede scritta la ricetta per fare il caviale.
Fino agli anni cinquanta era il sogno dei pescatori, che con la cattura di un grosso esemplare poteva mantenere la famiglia per un anno o comprare una motocicletta. Poi con la cattura di individui sempre più piccoli prima che potessero diventar maturi le cose sono cambiate, e gli storioni sono scomparsi e caduti nell’oblio di molti.
Poi l’interesse per il caviale, tradizionalmente prodotto nel mar Caspio, di grande valore economico, e la rarefazione degli animali in natura hanno portato all’idea di allevare gli storioni per produrre questa delicatezza. L’Italia è stata fra i primi paesi europei, ed oggi (2023) con oltre 62 t all’anno è il secondo produttore al mondo dopo la Cina (che ne produce 400 t).
Anche se comunemente si ritiene che il caviale provenisse dal mar Caspio, va ricordato che anche in Italia si produceva caviale nel passato, in particolare a Ferrara.
Biologia
Gli storioni sono naturalmente presenti solo nell’emisfero boreale, e se ne trovano specie diverse dall’America del nord alla Cina a al Giappone. Sono specie eurialine e tendenzialmente anadrome, accrescendosi in mare e risalendo i fiumi per riprodursi. Alcune specie rimangono sempre in acqua dolce, come accade per alcune popolazioni del “naccarii”. A seconda della specie la maturità sessuale è raggiunta dopo 3 anni o fino a 16-18 anni nelle femmine, i maschi più precoci. Non si riproducono tutti gli anni, e possono vivere molto a lungo, anche oltre i 100 anni. Per la deposizione delle uova preferiscono fondi ghiaiosi o ciottolosi dove le uova adesive aderiscono al substrato. Sono per lo più bentofagi cibandosi di molluschi, crostacei, vermi, larve d’insetti, piccoli pesci.