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Roma – 9 gennaio 2025 – La maricoltura italiana: sfide e opportunità per il futuro del settore
Il 9 gennaio 2025, presso la prestigiosa sede di Confagricoltura a Roma, si è svolta una significativa riunione degli allevatori marini associati all’API (Associazione Piscicoltori Italiani). L’incontro ha rappresentato un momento cruciale di confronto, che ha visto la partecipazione di imprenditori provenienti da tutta Italia, in rappresentanza di una produzione che nel 2023 ha superato le 18.000 tonnellate, per un valore della produzione lorda vendibile superiore ai 150 milioni di euro.
Lo stato del settore: una fotografia tra eccellenza e criticità
La maricoltura, con specie di punta come spigola, orata, ombrina e ricciola, rappresenta un comparto dinamico che si distingue per la qualità e la sostenibilità delle sue produzioni. Tuttavia, il settore si trova ad affrontare una serie di sfide complesse, tra cui il cambiamento climatico e le complicazioni burocratiche.
Durante il suo intervento, il Presidente dell’API, Matteo Leonardi, ha evidenziato uno squilibrio significativo: l’Italia copre appena il 20% del proprio fabbisogno interno di spigole e orate, mentre il restante 80% viene importato. Leonardi ha sottolineato che questo dato non solo evidenzia le potenzialità inespresse della maricoltura italiana, ma anche la necessità di strategie mirate per incrementare la produzione interna e ridurre la dipendenza dalle importazioni.
Cambiamento climatico: una sfida senza precedenti
Il Direttore Fabris ha messo in luce l’impatto significativo del cambiamento climatico, un tema centrale anche negli incontri della FEAP (Federation of European Aquaculture Producers) e dell’AAC (Aquaculture Advisory Council). L’innalzamento delle temperature medie e massime stagionali nel Mediterraneo sta influenzando negativamente la produzione, richiedendo interventi immediati e soluzioni innovative.
Un impegno istituzionale e una visione per il futuro
Il Vice Presidente dell’API per la Maricoltura, Claudio Pedroni, ha ribadito l’importanza di semplificare le procedure amministrative e di un quadro normativo che permetta di ampliare il numero di concessioni attive per l’acquacoltura marina, attualmente ferme a sole 21. Una maggiore accessibilità alle concessioni potrebbe garantire un incremento della produzione e rafforzare la competitività delle imprese italiane sul mercato europeo e internazionale.
Nel corso della riunione, è stato inoltre affrontato il tema della politica economica: garantire il giusto valore alle produzioni italiane e promuovere l’acquacoltura “Made in Italy” sono passaggi fondamentali per sostenere le imprese e mantenere la loro competitività in uno scenario sempre più globalizzato.
Prossimi passi e sintesi dei lavori
Dalla riunione è emersa la necessità di unire le forze a livello regionale, nazionale ed europeo per sviluppare sinergie con il mondo politico e della ricerca. Tra le decisioni prese, la redazione di un comunicato ufficiale da inviare ai principali attori del mercato e ai buyer della grande distribuzione organizzata (GDO), per sensibilizzarli sull’importanza di sostenere un comparto strategico per la crescita economica e la creazione di nuovi posti di lavoro.
Un futuro da costruire insieme
La riunione ha dimostrato, ancora una volta, come la maricoltura italiana possa rappresentare una leva strategica per la sostenibilità e lo sviluppo economico del Paese. Gli allevatori associati all’API si confermano protagonisti di un comparto che guarda con determinazione al futuro, tra sfide globali e straordinarie opportunità.
Foto Copertina @API