L’acquacoltura italiana resiste alla pandemia
I risultati della digital preview di AquaFarm appena conclusa mettono in rilievo l’impatto dell’emergenza COVID sul settore ma anche la sua capacità di reazione e di proiezione al futuro
31 marzo 2021 – AquaFarm 2021 Digital Preview
Abbiamo imparato a non avere timore di fare le cose in modo diverso. In questo concetto espresso da Pier Antonio Salvador, Presidente dell’Associazione Piscicoltori Italiani (API), c’è la sintesi insieme dell’esperienza dell’acquacoltura attraverso la pandemia e dell’atteggiamento giusto per affrontare il futuro in modo vincente.
La Digital Preview di AquaFarm, la manifestazione di Pordenone Fiere ormai punto di riferimento per il settore nel Sud Europa e nel Mediterraneo, svolta in diretta streaming il 25 marzo u.s., è stata per tutti gli operatori della filiera l’opportunità giusta per trarre lezioni oggettive, base di ogni futura strategia, e azioni compensative sia sul fronte dell’innovazione di prodotto che di quella commerciale.
La pandemia e soprattutto le molte limitazioni che si sono succedute e continuano hanno colpito la produzione in modo significativo. La chiusura dell’Ho.Re.Ca, ha ricordato Pier Antonio Salvador, rappresenta un 25/30 per cento degli sbocchi per il comparto ittico d’allevamento, e ancora di più per quello della molluschicoltura che, come ha sottolineato Eraldo Rambaldi, Direttore dell’Associazione Mediterranea Acquacoltori (AMA), vive di prodotto freschissimo di pronto consumo. Per l’Acquacoltura Sostenibile il problema più grande è stato ed è quello della gestione degli allevamenti mantenere il benessere e la salute gli animali e rispettare i ritmi biologici di crescita ha comportato un aumento dei costi, grave in un momento di calo marcato delle vendite. Da questo punto di vista l’intervento della P.A. è stato d’aiuto.
I fondi europei a gestione regionali del programma FEAMP sono stati reindirizzati, ma decisiva è l’azione del Parlamento. Filippo Gallinella, Presidente della XIII Commissione Agricoltura della Camera, è stato chiaro: “Le risorse a disposizione del settore ci sono e se ci sarà bisogno di altre lavoreremo per trovarle, confido con successo. Ma, soprattutto, dobbiamo pensare al futuro. Dobbiamo aumentare la capacità produttiva, migliorare la logistica, ossia tutto quello che viene a valle della produzione. Non sono problemi semplici, ma risolvibili con tecnologia, formazione e investimenti mirati. Comunicare che un prodotto è anche sostenibile, infine, sarà fondamentale per essere ancor più apprezzati sul mercato”. A questo si aggiunge, come ha ricordato Riccardo Rigillo, Direttore Generale Pesca Marittima ed Acquacoltura (PEMAC) del Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali, la continua attività di difesa del prodotto italiano con strumenti come l’etichettatura e la certificazione.
Proprio al futuro è stata dedicata gran parte degli interventi, condotti e stimolati con domande del pubblico collegato in remoto, da Fabio Gallo, conduttore della trasmissione televisiva Linea Blu. Il quadro di riferimento lo ha definito la ricerca commissionata a Crea Marketing Consulting dall’Associazione Piscicoltori Italiani (API) sul comportamento dei consumatori di prodotti ittici durante pandemia. Questa la sintesi: la metà dei consumatori ha cambiato abitudini, il pesce è il prodotto che è cresciuto di più nella borsa della spesa degli italiani, insieme a pasta e verdure. Sono aumentate le consegne a domicilio; è aumentata l’attenzione alla provenienza e la richiesta di maggiore immediatezza nell’informazione; il gradimento del pesce d’allevamento è cresciuto con l’arrivo di nuovi acquirenti, che però vogliono nuovi prodotti (clicca qui per consultare la ricerca completa).
La richiesta in tutti i settori, sia di prodotti freschi che congelati, è per alimenti facili da cucinare, pronti al consumo e pronti alla cottura, con tutti gli ingredienti presenti nella confezione. Questa tendenza esiste da qualche anno ed è legata alla demografia dei consumatori e ai nuovi stili di vita ma la crisi pandemica ha fatto da acceleratore. Oggi in diversi comparti dell’acquacoltura il prodotto viene lavorato all’origine, come in quello della trota e del pesce d’acqua dolce in genere, ma la richiesta di operatori come Orapesce e Bofrost, intervenuti alla preview, è che tutti i prodotti ittici siano trasformati. Una sfida che i produttori italiani sembrano pronti ad affrontare, anche con il sostegno pubblico alla luce degli investimenti da effettuare.
I consumatori seguono anche altre indicazioni e stimoli e quindi la domanda di prodotti ittici aumenta non solo offrendo pesce e molluschi “facili” da preparare, ma anche proponendo ricette rapide e presentate in modo accattivante, come ha ricordato Renata Briano, ex europarlamentare, chef e food blogger, che ha spiegato come i potenziali clienti vanno raggiunti attraverso tutti i canali di comunicazione, anche i social apparentemente più frivoli. Il segreto è accendere la scintilla della curiosità e della voglia di provare, offrendo un risultato finale buono e sano.
Concludendo, all’edizione AquaFarm 2021 Digital Preview, prevista a giugno, ci saranno temi da approfondire, guardandosi in faccia, come hanno auspicato nei loro saluti iniziali Renato Pujatti, Presidente di Pordenone Fiere e Stefano Zannier, Assessore alle risorse agroalimentari, forestali e ittiche e alla montagna della Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia.