11 febbraio 2021 – FAO CONFERMA: I PESCI NON SONO SENSIBILI AL COVID-19
Il report FAO “COVID-19 and animals: Information on risk mitigation measures for livestock and agricultural professionals” fondato sui più recenti e affidabili studi scientifici, afferma che i pesci (sia allevati che selvatici) non sono sensibili al virus SARS-CoV-2 (responsabile del COVID-19).
La pubblicazione della FAO fornisce l’elenco dettagliato degli animali da allevamento e domestici raggruppati in base al loro grado di sensibilità al virus, sottolineando come la diffusione della pandemia è dovuta principalmente alla trasmissione da uomo a uomo. Il contagio di specie animali sensibili al virus si è verificato, nella maggior parte dei casi, solo dopo il contatto con persone infette.
Tra gli animali più sensibili vengono indicati i visoni, contagiati dall’uomo, che possono sviluppare i sintomi tipici del virus (problemi respiratori e gastrointestinali, aumento di mortalità).
Tra gli animali a bassa suscettibilità, la FAO indica i suini e i bovini. Pochi suini hanno sviluppato lievi sintomi respiratori dopo essere stati sottoposti all’inoculazione del virus in laboratorio e i bovini, in un altro studio sperimentale, non hanno mostrato alcun sintomo né sono risultati contagiosi per gli altri bovini.
Tra gli animali domestici vengono riportati come sensibili i cani e i gatti.
Gli unici animali che non possono essere infettati dal virus Covid-19, e che dunque non sono sensibili al virus, sono pesci, polli, tacchini, quaglie, oche e anatre.
Le informazioni presenti nel report FAO relative alla sensibilità degli animali al virus SARS-CoV-2 si basano sugli esiti degli studi sperimentali effettuati fino all’8 gennaio 2021.