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Verona – 24 marzo 2025 – Stati Generali della Maricoltura: priorità e proposte per il rilancio dell’acquacoltura marina italiana
Costruire il futuro della maricoltura italiana partendo da regole chiare, concessioni semplificate, innovazione tecnologica e un’informazione corretta al consumatore. Sono queste le linee guida emerse dagli Stati Generali della Maricoltura, che abbiamo organizzato lo scorso 20 marzo presso la sede nazionale di Confagricoltura – Roma.
L’evento ha rappresentato un momento cruciale per fare il punto sullo stato attuale della produzione ittica in mare e definire strategie concrete per lo sviluppo sostenibile della filiera della maricoltura, anche alla luce delle sfide imposte dal cambiamento climatico e dalla crescente concorrenza internazionale.
“Con oltre 8.000 km di coste, l’Italia conta appena 20 concessioni attive per impianti di maricoltura off-shore – ha dichiarato Claudio Pedroni, vicepresidente esecutivo API –. Una situazione ferma da decenni, mentre altri Paesi hanno investito e sviluppato la loro acquacoltura marina, generando occupazione e ricchezza.”
Attualmente, la produzione di maricoltura in Italia si concentra soprattutto su spigole e orate, con oltre 50.000 tonnellate di pesce allevato all’anno. Sommando la molluschicoltura, si arrivava nel 2022 a 130.000 tonnellatecomplessive, un quantitativo simile a quello della pesca tradizionale. Tuttavia, l’estate 2023 ha avuto un impatto drammatico sulla coltivazione di molluschi, riducendo drasticamente la produzione a causa di eventi climatici estremi.
Ricerca, innovazione e prevenzione: le chiavi per una maricoltura resiliente
Durante l’incontro si sono susseguiti diversi interventi tecnici che hanno toccato i punti fondamentali per lo sviluppo della maricoltura sostenibile.
Clicca sul titolo per scaricare la presentazione in formato PDF:
- Claudio Pedroni, Vicepresidente esecutivo Maricoltura API
Inquadramento generale della maricoltura italiana - Cristina Pozzi, Università di Parma
Inquadramento giuridico della maricoltura italiana - Lea Pallaroni, Direttore Generale Assalzoo
Il ruolo delle aziende mangimistiche nella filiera della maricoltura - Antonia Ricci, Direttore Generale Istituto Zooprofilattico Sperimentale delle Venezie
Strategie di prevenzione in acquacoltura - Matteo Leonardi, Presidente API
Le prospettive di sviluppo dell’acquacoltura italiana
È emersa la necessità di rafforzare il ruolo della ricerca scientifica applicata alla gestione degli impianti di maricoltura, e l’importanza di adottare soluzioni tecnologiche innovative in grado di mitigare l’impatto ambientale delle attività e garantire il benessere animale.
Il valore dell’acquacoltura italiana: qualità, diversità e territori
La maricoltura italiana è apprezzata a livello internazionale per l’alta qualità del pesce allevato e per la biodiversità delle specie prodotte. Le aziende del settore operano con tecnologie avanzate, sia in impianti a terra sia in impianti off-shore. A questo si aggiunge il contributo fondamentale delle avannotterie che ogni anno producono oltre 180 milioni di avannotti di spigola e orata, distribuiti in tutto il bacino del Mediterraneo.
“È necessario investire sulla formazione tecnica e sulla comunicazione al consumatore – ha sottolineato Matteo Leonardi – per valorizzare l’origine del prodotto e promuovere il consumo consapevole di pesce allevato in Italia.”
Con un fatturato che supera i 400 milioni di euro, l’acquacoltura italiana rappresenta un comparto giovane ma strategico per il sistema agroalimentare nazionale.
“L’Italia è il primo consumatore al mondo di spigole e orate – ha ricordato Luca Brondelli, vicepresidente Confagricoltura – ma solo il 20% proviene da impianti italiani. Dobbiamo rafforzare la nostra capacità produttiva in maricoltura, valorizzando i territori costieri anche sotto il profilo ambientale e turistico.”
Foto Copertina @API