Acquacoltura Giovane
Innovare per evolversi è la scelta intrapresa da Troticoltura Cherubini che due anni e mezzo fa ha deciso di dare una svolta alla sua classica produzione. Guidata dalla quarta generazione della famiglia Cherubini, titolare dell’azienda di Visso, comune storico situato nel cuore del Parco nazionale dei Monti Sibillini, l’azienda ha scomesso sul commercio tranci di trota (iridea e fario) e salmerino sott’olio. Un’idea che ha avuto grande successo. «Si tratta di tranci cotti a vapore che presentano diversi vantaggi – spiega Anna Cherubini, che dirige la troticoltura con il fratello e due cugini – a partire dalla conservazione a scaffale».
Il tutto grazie a un brevetto proprietario che rende bene l’idea del processo di innovazione avviato dalle nuove generazioni «L’azienda l’ha fondata mio bisnonno Domenico, in zona Castelluccio, a tre chilometri dal fiume Nera. Ora siamo in quattro, dai 34 ai 41 anni, tutti nati e cresciuti nel mondo dell’acquacoltura. Sebbene avessimo compiuto studi universitari fuori sede, alla fine siamo ritornati. E ad oggi non c’è stata scelta migliore. Certo, questo è un lavoro pieno di imprevisti ma dà molte soddisfazioni e ti permette di stare a contatto diretto con la natura», afferma Cherubini. L’azienda possiede un’avannotteria e l’impianto di ingrasso (all’interno del quale trova spazio anche il laboratorio di trasformazione), che si sviluppa su circa 100 vasche dove sono presenti trote di varia pezzatura che possono arrivare anche a punte di 1,2-1,3 chilogrammi dopo un ciclo evolutivo di due anni.
Produzione che tradizionalmente finiva nel canale B2B, verso altri trasformatori o allevatori. Poi la decisione di cambiare: «Il passaggio dall’allevamento al 99,9% alla trasformazione è stata una scommessa. Inizialmente avevamo testato un prodotto refrigerato, sia affumicato che marinato. Ma il focus è cambiato strada facendo, pandemia compresa. L’idea è quindi ricaduta su un prodotto capace di valorizzare le qualità della nostra trota sul mercato garantendo al consumatore una referenza funzionale, per conquistare anche chi fosse più dubbioso sulla presenza delle spine, e tracciata dall’origine», racconta Cherubini. Sull’etichetta non manca anche il riferimento al territorio, il Parco nazionale dei Monti Sibillini che rappresenta un’ulteriore certificazione di qualità e biodiversità.
Fondamentale per il successo del progetto è stato il favorevole ricambio generazionale avvenuto in azienda. «Lasciare le decisioni e le redini ai giovani è processo delicato, soprattutto in un settore abbastanza radicato come l’acquacoltura. Saper delegare e dare anche la possibilità di sbagliare è stato un modo per evolversi, per innovare. Senza ricambio probabilmente non staremmo qui a parlarne. Per chi viene da altri settori forse è un po’ più difficile ma se qualcuno fosse interessato a un percorso di crescita professionale gli sbocchi non mancano», afferma Cherubini. Inoltre «stando all’interno si capisce quanto sia vero il fatto che questo è un prodotto sicuro e controllato. La tracciabilità e quindi la sostenibilità nell’utilizzo delle risorse è fondamentale per noi. Nel caso del vasetto, per esempio, possiamo risalire a tutta la vita della trota che ci sta dentro», conclude Cherubini. Una stoccata contro i falsi miti sul pesce allevato.
Foto Copertina @troticulturacherubini.it